Tutte le nostre Lavorazioni

Serpentino della Valmalenco

Estrazione del serpentino
Il primo passaggio è l’estrazione della materia prima, ovvero il serpentino, dalle cave site nel cuore della Valmalenco. I nostri operai, dopo una valutazione della qualità del materiale, procedono con l’estrazione del serpentino con l’ausilio di materiale esplosivo. Una volta staccata la bancata, ossia la parte di montagna consona alla lavorazione, si procede con il tagliare i lastroni di serpentino in blocchi più piccoli, con l’aiuto della macchina da taglio, da portare in laboratorio per la lavorazione.
Taglio blocchi
Una volta portati in laboratorio, i blocchi di serpentino della Valmalenco vengono ulteriormente tagliati con la segatrice per ottenere blocchetti di lunghezze che vanno dai 35 cm ai 70 cm da fornire agli operai scalpellini per la realizzazione delle lastre di serpentino, le cosiddette piode.
Spacco a mano
La realizzazione delle piode della Valmalenco è un’operazione che viene fatta ancora a mano. Gli operai che realizzano questo tipo di lavorazione sono detti scalpellini, nome che deriva dall’attrezzo utilizzato per spaccare i blocchi, lo scalpello. Dal blocchetto di serpentino tagliato a misura, si procede martellando a distanze ben precise, di solito 1,8/2 cm. Quello che si ricava, dopo una fase di lavorazione chiamata sbarbatura per renderla uniforme sui 4 lati, diventerà una lastra dallo spessore adatto alla copertura del tetto.
Posa
L’ultima fase della lavorazione delle lastre di serpentino della Valmalenco è la posa. Questa lavorazione consiste nell’affiancare tra loro in stratta successione una serie di piode per realizzare un manto di copertura del tetto. Le piode vengono anche sovrapposte l’una sull’altra per evitare infiltrazioni di acqua. La sovrapposizione delle piode dipende dalla pendenza della falda. Le dimensioni delle piode della Valmalenco utilizzate per la copertura di tetti non sono uniformi. Le stesse si riducono progressivamente man mano si raggiunge il colmo. Questo per un motivo estetico e di deflusso dell’acqua piovana. L’ultimo corso di piode posato sulla falda si congiunge, nella linea di colmo, con quello appartenente alla falda opposta.
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